Hai iniziato a correre, mano nella mano di tuo padre e di tua madre. Poi, da solo e sorridente, hai fatto le prime corsette nelle stanze di casa tua. Sei caduto ma ti sei sempre rialzato. Poi è arrivato il momento delle competizioni quando il tuo cuore cominciava a provare i primi amori. Il ritmo del cuore è il ritmo della vita. Anni di tecnica e di campioni, cronometri e paragoni. Da adulto la corsa è diventata il tuo spazio interiore. Corri con passione e rabbia, tristezza e gioia; confondi le lacrime con il sudore. Bruci grassi e delusioni, stress ed umiliazioni. La mente si rigenera ad ogni respiro e l’anima si allena a trasformare il dolore in energia. Sulle colline, con i muscoli induriti, ti apri a sogni e traguardi nuovi, mentre dall’alto ammiri lo spettacolo del mondo. Ritagli il tempo alla sera ed al mattino, i tuoi passi sono come preghiere rubate e silenziose. Quando senti qualcuno accanto capisci che è persino facile andare oltre te stesso. Non hai fallito, è ancora tutto in discussione! Quando raggiungi il tuo limite in una gara è ancora la mano di tuo padre e di tua madre che cerchi e che vorresti ti portasse fino alla fine. E quando passi il traguardo ed hai dato il meglio di te, con qualche parte dolorante, vorresti che quella gioia privata, quella soddisfazione serena, riempisse il cuore degli amori degli anni delle competizioni.
Translation of the poem ‘Correre la Vita,’ published in Runner’s World
Leave a Reply