Silhouette of a woman’s head seen from the back, symbolizing introspection, mystery, and the unexpected encounters of life.

La melodia del caos

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“Nathan… smettila di cercare la perfezione. Il mondo, la vita, sono caotici. Non devi cercare l’ordine che non c’è, ma la melodia, il ritmo che anima il caos. Ascolta un po’ di jazz, non solo Bach.”

Così mi ha salutato Guglielmo da Baskerville stamattina, quando ho lasciato Montecassino. In realtà si chiama Dom Benedetto, ma i giorni trascorsi nell’abbazia mi hanno ricordato Il nome della rosa. Abbazia benedettina – incredibile, ha sopravvissuto a quattro distruzioni – e un monaco colto, curioso, acuto. C’erano tutti gli elementi.

Dom Benedetto mi ha aiutato a studiare un manoscritto antico, utile per le mie ricerche universitarie. Tra una discussione e l’altra, mi sono aperto: gli ho raccontato anche qualche problema personale.


Ho lasciato l’abbazia verso le 10. Giornata splendida. Sul bus mi godevo il panorama: la rocca Janula e la valle sottostante. Alla stazione ero in anticipo. Mi siedo, apro il tablet e inizio un documentario della BBC sulle armi nucleari: Oppenheimer, il trattato di non proliferazione…

Mi intristisco. Lo chiudo. Tiro fuori un libro.

Tenevo d’occhio lo schermo con gli orari. All’improvviso, accanto al mio treno: +5. Poi +20. Poi +30. Inizio a fare calcoli: se arriva in ritardo, perdo la coincidenza per Fiumicino. +40. +50. +70!

Esco teso. C’è un taxi, ma l’autista non si vede. Dopo un po’ esce dal bar, camicia sbottonata.

— “Fiumicino aeroporto?”
— “Trecento euro.”
— “Tre e zero?”
— “No, trecento.”

Torno dentro. Prenderò il treno fino a Tiburtina, poi taxi.

Il treno arriva con 70 minuti di ritardo. Ricevo un messaggio: potrò chiedere rimborso se arriverà tardi anche a destinazione. Salgo. Una voce interiore mi dice: “Oggi tutto andrà storto. Calma, Nathan. Prendi le cose come vengono.”

Apro il mio libro: The Storytelling Animal. Lo leggo perché Michele, un mio amico del Basel Dragons Running Club, è bravo a raccontare storie. Forse è quello che lo rende così magnetico.


Ovviamente, arrivo a Tiburtina alle 13:47. La coincidenza per l’aeroporto era alle 13:46. Prenderò quella delle 14:01. Finalmente, puntualissimo. Respiro.

Ma il treno si ferma a Ostiense. Annunciano: è soppresso. Incendio a Parco Leonardo.

Nel sottopassaggio incrocio lo sguardo di una donna. Le nostre valigie parlano per noi.
Lei propone: “Taxi insieme?”
Accetto. È davvero bella.

Fermiamo un taxi al volo, come nei film. Il tassista è un romano allegro. Lei è francese, lavora a Berna, fa la designer. Io parlo del congresso a Vienna. Alla radio parte una canzone degli Oasis: è il suo gruppo preferito. Apro Shazam di nascosto: Stop Crying Your Heart Out.

Le mostro il Colosseo Quadrato e San Paolo. Racconta del suo weekend a Roma. Arriviamo. Ci scambiamo i contatti. Si chiama Celine.


Corro al Terminal 1. Passo i controlli. Arrivo al gate: la fila è ancora lunga. Miracolo!

Al bar, prendo una pizza bianca con mortadella (grazie Michele) e un Bacio Perugina. Mi sento speciale.
Scarto il cioccolatino. Il bigliettino dice:

“A volte l’amore più vero nasce dal caos.”

Sorrido, pensando a Dom Benedetto, e salgo sull’aereo.


Penso che alla fine è andata bene: ho preso il volo per Monaco. Da lì, coincidenza per Basilea.

Mi siedo, addento la pizza. Una donna mi chiede se posso cambiare posto con suo marito. Accetto. Dopo poco, annunciano un guasto al computer di bordo. Fanno un reset.

Controllo l’app: volo per Basilea cancellato. Scende il gelo. Qualcuno riprende la scena: cerca il virale. Usciamo.

Fila al Customer Service. Dicono: “Dormirete a Monaco, ripartenza domani da Francoforte.”
Io apro l’app Lufthansa: trovo un volo per Francoforte che parte tra mezz’ora. Prenoto al volo.


Corro al gate. Benedico gli allenamenti con i Dragons. Volo mezzo vuoto. A Francoforte, altra corsa. Gate ancora chiuso. Prendo un tramezzino al tonno e una birra. Finalmente si parte.

Turbolenza. Atterro a Basilea. Aeroporto deserto. Bus 50. Attraverso la città tra cantieri e strade bloccate. Arrivo a casa.

Claudia è furiosa. Cerco di raccontare la giornata. Peggioro la situazione. Era il suo compleanno. Litighiamo. Esco.


Cammino verso il Reno. È mezzanotte. Penso alla giornata. Alle coincidenze. A Claudia. Forse sto vivendo la relazione sbagliata. Forse.

Sento un pezzetto di plastica in tasca. È il messaggio del Bacio.

“A volte l’amore più vero nasce dal caos.”

Lo guardo. Lo butto nel cestino.

Respiro. Guardo le torri della Roche. Il telefono squilla.
Rispondo. Prima sento una canzone degli Oasis in sottofondo. Poi una voce:

“Hello, je suis Celine.”


Comments

4 responses to “La melodia del caos”

  1. ECH Avatar
    ECH

    Life does indeed write the best stories when we let go! Your chaotic day felt like a sweet jazz impro.

    1. Marco Crescenzi Avatar

      Thanks for your comment.Yes, indeed. Knowing that reality can surprise us, the right approach is to stay open—and as you said, let go and enjoy the ride.

  2. M A Avatar
    M A

    È proprio vero! I disagi ci fanno fare incontri inaspettati e conoscere meglio gli altri e noi stessi.

    1. Marco Crescenzi Avatar

      Grazie. Si, i disagi ci aprono percorsi di conoscenza profondi.

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